1155

FEDERICO I IMPERATORE

FEDERICO I IMPERATORE

Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa, già re di Germania (1152), fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero nel 1155. Intenzionato a riconsolidare il potere imperiale, il nuovo sovrano si impegnò a riaffermare la sua autorità prima sui principi tedeschi e poi sui Comuni del Nord Italia. Questi ultimi, infatti, erano usciti rafforzati dagli anni di lotte fra guelfi e ghibellini e non si curavano più di rispettare le leggi dell’impero. Avevano iniziato a imporre e riscuotere direttamente le tasse e a coniare moneta, rendendosi così di fatto autonomi.

1158

DIETA DI RONCAGLIA

DIETA DI RONCAGLIA

Nel 1158 Federico Barbarossa scese in Italia con il suo esercito e chiamò a raccolta i Comuni a Roncaglia. Nell’assemblea (detta dieta), a cui parteciparono tutti i rappresentati dei Comuni, l’imperatore riassunse i pieni poteri: i Comuni non potevano più battere moneta né eleggere i magistrati o amministrare la giustizia. Milano, che si rifiutò di accettare le condizioni di Federico, fu rasa al suolo nel 1162. La mano pesante dell’imperatore non intimorì però i Comuni che pensarono che uniti sarebbero stati abbastanza forti da sconfiggerlo. Così, con l’aiuto di papa Alessandro III, 22 città dell’Italia settentrionale costituirono la Lega lombarda (1167).

1173

PIETRO VALDO INIZIA LA SUA PREDICAZIONE

PIETRO VALDO INIZIA LA SUA PREDICAZIONE

Pietro Valdo è il fondatore del movimento dei poveri di Lione, che da lui sono chiamati valdesi. Nel 1173 Valdo lasciò la sua attività di mercante e iniziò a predicare il Vangelo. Come lui, tutti i cristiani dovevano spogliarsi dei propri beni e vivere come aveva vissuto Gesù: in povertà.
I valdesi furono avversati dall’arcivescovo di Lione che li scacciò dalla città e infine furono condannati dalla Chiesa come eretici nel 1184. La condanna li allontanò ancora di più dall’ortodossia, perché da lì in avanti i seguaci di Valdo non riconobbero più l’autorità dei sacerdoti, affermando che anche i laici potevano predicare e amministrare i sacramenti.

1176

BATTAGLIA DI LEGNANO

BATTAGLIA DI LEGNANO

La battaglia di Legnano si combatté tra la Lega lombarda e l’esercito di Federico Barbarossa nei pressi dell’omonima località lombarda. Nel 1174 il Barbarossa era tornato in Pianura padana, dove aveva tentato di espugnare più volte Alessandria. L’impresa non riuscì, perciò l’imperatore si diresse a Legnano pronto a battersi per la vittoria finale.
I Comuni, stretti intorno al Carroccio (il carro militare), sbaragliarono gli uomini del Barbarossa che fu costretto alla resa. La pace fu definitivamente siglata nel 1183 a Costanza. Federico firmò l’accordo che concedeva ai Comuni l’autonomia in cambio di un formale giuramento di fedeltà all’impero.

1190

MORTE DI FEDERICO I

MORTE DI FEDERICO I

Federico Barbarossa morì nel 1190 sulla strada per la Terra Santa, ucciso in battaglia dai Turchi mentre partecipava alla terza crociata. Prima di morire, Federico era però riuscito ad assicurarsi un futuro dominio in Italia meridionale, combinando il matrimonio del figlio Enrico VI con Costanza d’Altavilla. La sposa portava in dote il regno normanno di Sicilia, di cui era l’ultima erede: in questo modo i due avrebbero dato inizio a una dinastia sveva nel Sud Italia.

1198-1216

PAPATO DI INNOCENZO III

PAPATO DI INNOCENZO III

Innocenzo III divenne papa nel 1198. Il papa, secondo lui, era di diritto superiore a qualsiasi altro sovrano perché il potere temporale discendeva da quello spirituale. La sua forte personalità convinse i re d’Inghilterra, Aragona e Francia che gli promisero obbedienza; Costanza d’Altavilla lo nominò addirittura tutore del figlio Federico II, che fu educato alla corte pontificia.
Innocenzo III combatté strenuamente gli eretici e gettò le basi della futura Inquisizione. Contro gli albigesi bandì addirittura una crociata. Allo stesso tempo, però, sentì l’esigenza di approvare gli ordini mendicanti, per dimostrare che il loro ideale di povertà poteva essere abbracciato da tutta la Chiesa.

1223

PAPA ONORIO III APPROVA L'ORDINE FRANCESCANO

PAPA ONORIO III APPROVA L'ORDINE FRANCESCANO

Dopo l’approvazione informale di Innocenzo III, la Regola di san Francesco ottenne l’approvazione ufficiale della Chiesa nel 1223. In quell’anno era papa Onorio III, e l’ordine mendicante dei Francescani ricevette l’autorizzazione a proseguire la predicazione, fondata sulla povertà e la condivisione fraterna.
Da quando aveva lasciato ogni ricchezza per vivere di elemosina, Francesco aveva raccolto attorno a sé un numero sempre più grande di seguaci. I frati minori – cioè “i più poveri” – vestivano una rozza tunica (il saio), vivevano in convento e si dedicavano all’assistenza dei bisognosi.

1231

FEDERICO II EMANA LE COSTITUZIONI MELFITANE

FEDERICO II EMANA LE COSTITUZIONI MELFITANE

Federico II voleva costituire nel Meridione d’Italia uno Stato forte, capace di risolvere le divisioni feudali e garantire l’unità. Per questo era necessario modificare innanzitutto il diritto.
Le Costituzioni melfitane sono una raccolta di leggi promulgata dall’imperatore svevo nel 1231 nella città di Melfi, in Basilicata. In esse si sottoscrive che il sovrano è la prima carica dello Stato e che a lui spettano tutti i poteri. In questo modo Federico II limitava il potere dei feudatari a favore dei funzionari dello Stato, suoi diretti collaboratori.

1250

MORTE DI FEDERICO II

MORTE DI FEDERICO II

Negli ultimi anni del suo regno, Federico II dovette affrontare un gran numero di avversari. Dapprima il figlio Enrico VII, alleatosi con i Comuni italiani, e poi di nuovo i Comuni, questa volta alleati del papa. Se il primo scontro si risolse facilmente per il sovrano svevo, contro i Comuni guelfi Federico II fu sconfitto a Parma nel 1248. Probabilmente stava preparando la riscossa quando morì, si pensa, per un attacco di peritonite nel 1250. A questo punto il papa chiamò in Italia il francese Carlo d’Angiò e lo incoronò re di Napoli e della Sicilia. L’affermazione degli Angioini segnò la fine della presenza della potenza sveva e la momentanea vittoria dei guelfi italiani.

1282

VESPRI SICILIANI

VESPRI SICILIANI

La politica di Carlo d’Angiò non piacque ai siciliani. Gli abitanti dell’isola non approvarono la scelta del sovrano di spostare la capitale a Napoli, né si dimostrarono disposti a pagare le nuove tasse.
Il malcontento sfociò in rivolta nel 1282. Questo episodio è noto come Vespri Siciliani: il popolo scacciò gli Angioini e invocò l’intervento di Pietro III d’Aragona. Gli Spagnoli vinsero lo scontro e si insediarono al potere in Sicilia; il resto dell’Italia meridionale restava invece sotto il dominio dei Francesi.